2010年4月13日火曜日

EYELINER introduzione di Alice Krieg


Max Ponte, Eyeliner, Bastogi, 2010
Il primo libro di Max Ponte, che inaugura la “Poesia Totale Collection”. La collana dedicata alla rassegna di poesia e arte contemporanea "Poesia Totale". L’opera comprende cinque sequenze di liriche, con tavole di poesia visiva. Il libro ha distribuzione nazionale e si può richiedere in tutte le librerie. Si può ordinare anche sul sito della casa editrice Bastogi e nelle librerie on-line come Ibs.

La poesia di Max Ponte si presenta nella sua veste di cellulosa. “Eyeliner” riunisce lavori degli ultimi anni, alcuni già apparsi all’interno di blog, riviste, raccolte, emissioni radiotelevisive. Senza dimenticare i numerosi eventi, come poetry slam e reading, nei quali questi versi sono stati rappresentati, confrontati, discussi. Una poesia che giunge alla carta, quindi, con il distacco che si può provare per un supporto che non è più prioritario per la poesia, ma che resta comunque utile ed affascinante. I lavori pubblicati in questa raccolta si sviluppano in cinque momenti lineari intercalati da eterogenei interventi visuali. La rapidità derivante dall’afflato dromologico e il credo dichiarato in “una poesia totale, frutto spontaneo, edonistico e architettonico” caratterizzano il lavoro dell’autore. In “Eyeliner” la parola, gettata nella quotidianità, non si arrende al grigiore antieroico — che attanaglia la letteratura — ma transvola, plana nella notte, fonda partiti autocratici, in una mimesi ironica mescola, intenziona oggetti del controdolore, favorisce il deflusso delle scorie in apposite feste alfabetiche. Questo non esimendosi dall’affrontare, attraverso fasi meditative e spigolose, gli aspetti meno pop del presente: il sentirsi apolide per esempio. In questi passaggi di bassa tensione, la tendenza panica è il segno della continuità, del “loop”. Perché questa raccolta porti il nome “Eyeliner” è una domanda alla quale l’autore non ha risposto: forse per l’impronta visiva e immaginifica o forse per il potere evocativo esercitato da un oggetto che mette chi lo usa in un penetrante ed elegante stato di grazia. Un elogio del trucco contemporaneo, una maschera di forza per attraversare la postumanità e non concedere nulla ai sostenitori della catastrofe. La poesia di Max Ponte è parola armata e giocata, che cerca il contatto con la materia. Parola-desiderio che non trova pace e si allarga, oltre gli spazi bianchi che identificano il verso, per indicare le alterità dell’esperienza.
(dall'Introduzione di Alice Krieg)



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