2013年5月2日木曜日

RESTITUISCO LA MIA RACCOLTA DI POESIE, LA RESTITUISCO AGLI ELEMENTI un rito di liberazione materiale e telematica, la “libezione”


Ho deciso. Cosa ho deciso? Di liberarmi e liberare la mia raccolta di poesie, si intitola “Eyeliner” ed è stata pubblicata nel 2010 da Bastogi. Mi sono preoccupato di mantenere tutti i diritti della pubblicazione per poter fare delle mie poesie quello che cazzo volevo. È arrivato, è arrivato il momento.

Quando?

Il 15 maggio, prima dell'inizio Salone 2013, compirò un rito che verrà ripreso in un video, e che spero possa esorcizzare un appuntamento in cui la parola, alla detenzione della forma-libro, aggiunge quella della forma-Lingotto.

In cosa consiste?

Il libro “Eyeliner” verrà tagliato in 4 parti eguali, la parte più bassa sarà sotterrata, la seconda buttata in acqua, la terza bruciata e la quarta e ultima, la parte più alta, attaccata ad un palloncino e fatta volare via.

Risposta a “perché lo fai (disperato ragazzo mio)?”

Il libro è fatto di materia, le nostre parole son fatte di materia, materia-suono, materia-inchiostro, materia-carta. Le parole, e soprattutto le parole poetiche, soffrono a starsene detenute nella forma libro, devono ritornare, ritornare agli elementi, ritornare agli elementi che hanno dato terra acqua fuoco e aria ai versi. Non si tratta di una distruzione del libro, per altro anche volendolo sarebbe impossibile per la legge della termodinamica, si tratta di una restituzione e una liberazione. La poesia non ci appartiene, non ci è mai appartenuta, semplicemente ci siamo fatti attraversare.

Liberazione?

Liberazione materiale come vi dicevo, ma non solo. Seguirà a questo rito una liberazione telematica. Il pdf della raccolta poetica “Eyeliner” sarà disponibile a partire dal giorno stesso sul mio sito www.maxponte.com e sarà scaricabile gratuitamente.

E il video?

Il video verrà pubblicato su You-Tube e inserito nella descrizione di un rito che vorrei non fosse solo mio, ma di tanti altri scrittori. Dopo questa azione ci sentiremo tutti più leggeri, pronti per diventare conduttori di altri flussi poetici.

Ma il rito ha un nome?

Sì, si chiama rito di LIBEZIONE, il neologismo sintetizza le parole “liberazione” e “restituzione”, "libro" e "azione" (non escludiamo a priori tuttavia la “libagione” come diretta conseguenza).

Ho deciso. Ho già preso il mio libro e sto prendendo le misure per tagliarlo in quattro parti eguali, mancano pochi giorni alla libezione, meno male.


Max Ponte